Sicurezza Alimentare: Controlli su tutto il territorio nazionale per i Carabinieri

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14 Giu 2019

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I Carabinieri per la Tutela Agroalimentare hanno eseguito numerosi sequestri e contestato sanzioni amministrative. Una persona denunciata per frode in commercio

Roma 10.06.2019 – Nel corso delle ultime settimane, i Carabinieri dei Reparti Tutela Agroalimentare (RAC) hanno svolto ispezioni finalizzate alla verifica del rispetto delle norme di settore nella filiera agroalimentare, riscontrando violazioni di carattere penale e amministrativo a carico di 13 aziende.

In particolare, in provincia di Vercelli, presso un’azienda agricola, si è proceduto al sequestro amministrativo di 145 litri di vari prodotti fitosanitari, per violazioni in materia di conservazione ed etichettatura.

In provincia di Milano, il titolare di una rivendita di prodotti tipici è stato sottoposto a diffida per accertate irregolarità in materia di etichettatura degli alimenti.

Presso un pastificio in provincia di Modena si è proceduto al sequestro amministrativo di 319 kg di pasta fresca surgelata per  mancanza di rintracciabilità.

Nella Capitale, sempre perché priva di qualsiasi documentazione che ne attestasse la rintracciabilità, i Carabinieri hanno proceduto al sequestro amministrativo di 60 kg di pasta per pizza; mentre in provincia di Perugia, il titolare di una rivendita di frutta è stato denunciato per frode in commercio per aver posto in vendita 40 kg di pesche noci e pere abate dichiarate italiane, ma di origine cilena.

Nelle province di Bari, Napoli e Salerno, a seguito di controlli presso 8 aziende (commerciali, agricole, vitivinicole e avicole) i militari dei Carabinieri hanno sottoposto a sequestro amministrativo per violazioni in materia di etichettatura e tracciabilità oltre 3.500 litri di vino rosso e rosato, 25 kg circa di prodotti caseari e oltre 9.000 uova.

Infine, a Messina, a seguito di un controllo presso un ristorante, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo 55 kg di prodotti alimentari, che venivano distrutti in loco in quanto deperibili per mancanza di tracciabilità.

Complessivamente, sono state contestate sanzioni amministrative per circa 15 mila euro.

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