Etichetta pomodoro: origine obbligatoria per tutti i derivati

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28 Feb 2018

Etichetta pomodoro: origine obbligatoria per tutti i derivati

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Arriva l’origine obbligatoria in etichetta che salva la “pummarola” Made in Italy dall’inganno dei prodotti  importati per essere spacciati come italiani

27.02.2018 – Dopo il precedente annuncio del Ministro Martina di voler estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta anche per tutti i derivati del pomodoro, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio, il Decreto del 16 novembre 2017Indicazione dell’origine in etichetta del pomodoro“.

La nuova norma regolamentare impone l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

In Italia tale obbligo esisteva soltanto per le passate ma non per gli altri prodotti come i pelati, le polpe, i sughi e soprattutto i concentrati.

Un passo importante per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di produzione italiana che rappresenta una componente fondamentale della dieta mediterranea. I derivati del pomodoro sono il condimento più apprezzato dagli italiani che ne consumano circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria.

Da oggi i consumatori potranno fare scelte di acquisto consapevoli e decidere se acquistare prodotti che arrivano da migliaia di chilometri di distanza spesso senza garantire gli standard di sicurezza europei oppure pomodori Made in Italy per sostenere l’economia e il lavoro sul territorio nazionale

Finalmente – precisa la Coldiretti – sono tolte dall’anonimato tutte le coltivazioni italiane di pomodoro su circa 72.000 ettari e destinate a 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro in Italia ben 10mila persone, oltre agli 8mila imprenditori agricoli coinvolti nella filiera.

Dopo 10 anni  si completa per tutti i derivati del pomodoro il percorso di trasparenza iniziato il primo gennaio 2008 con l’entrata in vigore definitiva dell’obbligo di etichettatura di origine per la sola passata di pomodoro.

Cosa prevede il decreto sull’etichetta dei derivati del pomodoro

Il decreto disciplina che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

  • a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
  • b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia“.

Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché già immessi sul mercati sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

La Coldiretti si dichiara felice per una misura di trasparenza verso produttori e consumatori attesa da anni dopo che dall’estero sono arrivati nel 2017 ben 170 milioni di chili di derivati di pomodoro, circa il 25% della produzione nazionale in equivalente di pomodoro fresco.

Un fiume di prodotto che per oltre 1/3 arriva dagli Stati Uniti e per oltre 1/5 dalla Cina e che dalle navi sbarca in fusti da 200 chili di peso di concentrato da rilavorare e che prima di oggi poteva essere confezionato in modo falso come italiano.

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