Etichettatura: indicare lo stabilimento di produzione è obbligatorio

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06 Apr 2018

Etichettatura: indicare lo stabilimento di produzione è obbligatorio

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Dal 5 aprile in vigore il Decreto Legislativo 15 settembre 2017 n. 145 che impone l’obbligo di indicare la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento dei prodotti alimentari.

05.04.2018 – Indicare nell’etichetta degli alimenti lo stabilimento di produzione o di confezionamento è  una norma che consente di verificare dove e in quale Paese un alimento è stato prodotto o confezionato.

L’obbligo era stato già sancito dalla legge italiana (D.Lgs 109/1992), ma poi abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare (regolamento europeo sulle informazioni ai consumatori n.1169/2011, in vigore dal dicembre 2013).

L’Italia ha quindi stabilito la sua reintroduzione al fine di garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti.

Con l’obbligo arrivano anche sanzioni in caso di inadempimento, che vanno da 2.000 euro a 15.000 euro, per la mancata indicazione della sede dello stabilimento .

Tracciabilità e Rintracciabilità

L’indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta oltre a garantire una importante informazione al consumatore assicura una migliore e immediata rintracciabilita’ degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute, soprattutto nel caso di allarmi alimentari.

Se l’operatore del settore alimentare dispone di più stabilimenti, è consentito indicare tutti gli stabilimenti purché quello effettivo sia evidenziato mediante punzonatura o altro segno identificativo.

Mentre, nel caso di prodotti non destinati al consumatore finale ma alla ristorazione collettiva (o all’azienda che effettua un’altra fase di lavorazione) ci si può limitare a indicare la sede dello stabilimento solo sui documenti di accompagnamento.

Un’etichetta ‘parlante’ in grado di raccontare l’identità di un prodotto alimentare

Insieme allo stabilimento di lavorazione, l’origine degli ingredienti che è considerato l’elemento determinate per le scelte di acquisto da parte del 96% dei consumatori.

Sulla base della consultazione on line del Mipaaft, l’84% degli Italiani ritiene fondamentale conoscere, oltre all’origine degli ingredienti, anche il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione.

La battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti con la petizione #StopCiboFalso è necessaria perché circa 1/4 della spesa degli italiani è ancora anonima, con l’etichetta che non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi ai succhi di frutta fino alla carne di coniglio.

 

 

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