CORTE DEI CONTI UE: CIBI EXTRAUE 12 VOLTE PIU’ PERICOLOSI

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19 Gen 2019

CORTE DEI CONTI UE: CIBI EXTRAUE 12 VOLTE PIU’ PERICOLOSI

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 A giudizio della Corte dei Conti Europea, il sistema di sicurezza alimentare dell’UE è sottoposto a forti pressioni

17.01.2019 – Una recente relazione speciale afferma che il sistema UE a tutela dei consumatori dai pericoli chimici negli alimenti, sebbene poggi su basi solide, si trova oggi ad essere sottoposto a forti pressioni in quanto lo stesso sistema non riesce ad essere applicato nella sua interezza né dalla Commissione né dagli Stati membri.

Il pronunciamento della Corte dei Conti Europea sulle sostanze chimiche negli alimenti sottolinea infatti il mancato rispetto nei cibi di provenienza extra Ue degli stessi standard di sicurezza sui residui di pesticidi presenti all’interno dell’Unione Europea, chiedendo in particolare alla Commissione Europea di spiegare “quali misure intende adottare per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nella UE che per quelli importati”.

La sicurezza alimentare costituisce infatti una priorità importante per l’UE che vuole proteggere i propri cittadini, attraverso un modello con i più elevati livelli di garanzia al mondo, da potenziali pericoli che gli alimenti potrebbero comportare.

Il quadro giuridico è tuttora in corso di elaborazione – afferma la Corte –  e non ha ancora raggiunto il livello di attuazione previsto dalla legislazione dell’UE sulla produzione di alimenti.

In alcuni Stati membri, i controlli per alcuni gruppi di sostanze chimiche sono più frequenti che per altri, a giudizio della Corte: basti pensare che il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato nel 2016 pari al 4,7% per quelli provenienti da paesi extracomunitari rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi effettuate dall’EFSA relative alla presenza di pesticidi negli alimenti venduti in Europa. In altre parole i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy.

La stessa Corte rileva inoltre che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – che fornisce consulenza scientifica per la definizione delle politiche europee – ha accumulato negli anni un arretrato di lavoro che incide negativamente sul corretto funzionamento e sulla sostenibilità del modello dei controlli alimentari nel suo insieme. Solo per fare qualche esempio, nell’Unione Europea si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati del Sistema di Allerta Rapido (RASFF) relativi ai primi nove mesi dell’anno. A livello Ue sono stati 2654 gli allarmi scattati nei primi nove mesi del 2018, il 60% dei quali provocati da prodotti di origine extracomunitaria.

La raccomandazione della Corte è quindi di:

  • valutare potenziali modifiche alla normativa e stimolare ulteriormente la complementarità, tra le autorità pubbliche degli Stati e i controlli svolti dal settore privato
  • adottare misure per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nell’UE che per quelli importati
  • fare in modo che i Paesi non-UE rispettino le norme europee al fine di garantire che gli alimenti importati  soddisfino gli stessi standard di sicurezza che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresentano i più elevati livelli di garanzia al mondo in materia di sicurezza alimentare.
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