Forse non tutti conoscono quale sia la differenza tra uno spumante e un vino frizzante.
Infatti sono due prodotti simili in quanto caratterizzati dalla presenza di anidride carbonica endogena dovuta al processo di vinificazione delle uve.
Tuttavia sia per lo spumante che per il vino frizzante possono trovarsi in commercio anche tipologie meno pregiate in cui l’effervescenza non deriva dalla fermentazione naturale ma viene aggiunta, tutta o in parte, dal produttore.
In questi casi si parla di Vino Frizzante e Vino Spumante “GASSIFICATO”. E tale indicazione è obbligatoria in etichetta!
Nello specifico le differenze tecniche tra Vino Frizzante e Vino Spumante non gassificati sono ben definite:
– nel primo caso ci si riferisce a prodotti caratterizzati, a 20° C in recipienti chiusi, da una sovrapressione compresa tra 1 e 2,5 bar, con un titolo alcolometrico effettivo non inferiore a 7% vol;
– nel secondo caso ci riferisce a prodotti che presentano, in recipienti chiusi a 20° C, una sovrapressione di almeno 3 bar, che può arrivare a 3,5 bar per alcune categorie, dovuta a tale gas (anidride carbonica) in soluzione.
Tuttavia nel caso del vino spumante, il procedimento di fermentazione delle uve, chiamato appunto spumantizzazione, può essere effettuato soltanto in bottiglia (metodo classico) o in autoclave (metodo Charmat), mentre la durata del processo di elaborazione, cioè la durata della fermentazione, la permanenza del vino sulle fecce (il sedimento che rimane dopo la fermentazione, durante l’affinamento e fino alla sboccatura) e l’invecchiamento nell’azienda di produzione (calcolata a decorrere dall’inizio della fermentazione), variano in funzione della categoria di spumante prodotto.
