Sulle nostre tavole nei mesi invernali, fonte di vitamina C, gustosa sotto forma di bevanda, l’arancia è un agrume molto apprezzato dai consumatori.
Ma saperla scegliere e conservare è fondamentale per poterne gustare appieno le qualità.
E allora vediamo qualche consiglio.
Che l’acquisto delle arance avvenga in un supermercato, da un fruttivendolo, in un mercato rionale o contadino (ma diffidate dei venditori ambulanti lungo la strada: non sempre garantiscono provenienza, freschezza e sicurezza), badate subito al picciolo: se è secco, significa che il frutto non è fresco o di qualità.
Preferite, quindi, le arance con il picciolo verde e, se possibile, con le foglie ancora attaccate.
Evitate poi i frutti molli o con la buccia dall’aspetto secco o troppo verde.
Non acquistare arance eccessivamente grandi e scegliere quelle che danno un buon profumo, intenso ed aromatico.
Se acquistate le arance per una buona spremuta, scegliete quelle piccole, che presentano una maggiore concentrazione di succo.
E per ottenere più estratto, immergete le arance in acqua calda per qualche minuto prima di spremerle!
Per il consumo fresco, preferite le arance dolci; quelle amare sono utilizzate per la produzione di canditi, liquori, conserve e marmellate.
Per mantenerne la qualità, conservate le arance in casa in posti freschi e asciutti (10-12 gradi) fino ad un paio di settimane, purché non siano ammassate le une sulle altre.
Infine, ricordate che per legge, sull’etichetta delle arance deve essere evidente il nome del prodotto, l’origine, la zona di produzione, la categoria, la varietà ed il prezzo.
L’arancia dolce è l’agrume più coltivato nel mondo.
Questo frutto appartiene alla famiglia delle Rutaceae.
Ha una forma sferica od ovale e la scorza, di colore acceso fra il giallo ed il rosso, presenta una leggera ruvidezza.
All’interno la polpa è divisa in spicchi (logge) ricche di succo di colore giallo, arancione o rosso, con l’eventuale presenza di semi.
La scorza esterna è ricca di olii essenziali.
Le varietà sono due: la dolce e la amara, quest’ultima denominata anche “forte”.
L’arancia dolce si suddivide in due gruppi a base del colore:
pigmentate o sanguigne (Moro, sanguinello, sanguigno e tarocco),
bionde (Navelina, navel, valencia, ovale).
L’arancio, come molti altri agrumi, predilige climi temperati e caldi e teme temperature al di sotto dei 3 gradi.
Il vento forte e continuo rappresenta una minaccia per la pianta perché ne provoca il disseccamento delle foglie e dei germogli più giovani, oltre che la lacerazione dei rami più piccoli.
Resiste molto bene alla siccità ma richiede irrigazioni abbondanti per la massima produzione.
La pianta, che può raggiungere anche i 12 metri di altezza, ha foglie lucide verdi scure, carnose e allungate.
I fiori, detti “zagare”, sono candidi, profumati e a 5 petali.
Possono essere singoli o riuniti in gruppi fino a sei per infiorescenza.
La pianta fiorisce in primavera ma i frutti arrivano a maturazione nel successivo autunno fino a maggio-giugno, per le varietà più tardive.
In alcuni casi si può, quindi, assistere alla contemporanea presenza di frutti e di fiori della nuova fioritura.
I frutti dell’arancio dolce vanno lasciati sulla pianta fino al grado di maturazione desiderato.
Una singola pianta può produrre circa 500 frutti.
Nelle zone tropicali i frutti verdi assumono la colorazione con l’aiuto di etilene, un gas-ormone che ne favorisce la maturazione.
In ragione delle temperature richiesta dalla pianta per crescere bene, l’arancia si produce prevalentemente in Sicilia, Calabria, Campania.
Nel resto del mondo, i principali paesi produttori sono Brasile, California, Cina, Messico, India, Egitto e Spagna.
In funzione del ciclo produttivo della pianta, il consumo ideale dell’arancia va da novembre a maggio.
L’arancia dolce è un frutto ipocalorico, contiene circa l’87% di acqua, pochi grassi e proteine.
Scarsa di zuccheri, è ricca di minerali come calcio, fosforo, potassio, ferro, selenio e molte vitamine: la A, la B1, la B2 e la famosa vitamina C, che contribuisce al potenziamento delle difese immunitarie dell’organismo contro i virus ed i batteri od agenti chimici, nonché all’assorbimento intestinale del ferro.
Il consumo quotidiano di arance, sotto forma di frutto intero o di succo, rappresenta un modo semplice ed efficace per aggiungere una difesa naturale alla nostra salute.
Il binomio tra vitamina C e bioflavonoidi, tipico dell’arancia, aiuta nella prevenzione della fragilità capillare e può migliorare il flusso venoso.
I pigmenti naturali presenti all’interno della sua polpa e del suo succo contrastano i radicali liberi.
Il frutto può essere consumato allo stato fresco, a spicchi o in spremuta, ovvero come ingrediente di insalate o guarnizioni.
In cucina costituisce un raffinato costituente di piatti in agro-dolce.
Inoltre, l’arancia è usata per bevande, liquori e frutta candita.
Le essenze trovano largo impiego come aromatizzanti di prodotti alimentari diversi.
I fiori d’arancio, “zagare”, sono, infine utilizzate per creare composizioni floreali per la decorazione delle chiese in occasione di matrimoni e simboleggiano la castità della sposa.
Per maggiori approfondimenti, consulta la tabella di composizione degli alimenti di CREA e LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) per la popolazione italiana – IV Revisione (ex INRAN)
La coltivazione delle arance, nota fin dall’antichità, è originaria della Cina e del Sud est asiatico, da cui giunse in Europa tramite le rotte commerciali che intorno al XV secondo legavano i due continenti.
A far da tramite, in particolare, i marinai portoghesi, motivo per cui le arance venivano, e in alcune zone di Italiana ancora vengono chiamate anche “portogallo”.
Il nome arancia sembra invece derivare dal sanscrito “nagarunga” che significa “frutto amato dagli elefanti”.
Arancia del Gargano IGP
Arancia di Ribera DOP
Arancia rossa di Sicilia IGP
Sulle nostre tavole nei mesi invernali, fonte di vitamina C, gustosa sotto forma di bevanda, l’arancia è un agrume molto apprezzato dai consumatori.
Ma saperla scegliere e conservare è fondamentale per poterne gustare appieno le qualità.
E allora vediamo qualche consiglio.
Che l’acquisto delle arance avvenga in un supermercato, da un fruttivendolo, in un mercato rionale o contadino (ma diffidate dei venditori ambulanti lungo la strada: non sempre garantiscono provenienza, freschezza e sicurezza), badate subito al picciolo: se è secco, significa che il frutto non è fresco o di qualità.
Preferite, quindi, le arance con il picciolo verde e, se possibile, con le foglie ancora attaccate.
Evitate poi i frutti molli o con la buccia dall’aspetto secco o troppo verde.
Non acquistare arance eccessivamente grandi e scegliere quelle che danno un buon profumo, intenso ed aromatico.
Se acquistate le arance per una buona spremuta, scegliete quelle piccole, che presentano una maggiore concentrazione di succo.
E per ottenere più estratto, immergete le arance in acqua calda per qualche minuto prima di spremerle!
Per il consumo fresco, preferite le arance dolci; quelle amare sono utilizzate per la produzione di canditi, liquori, conserve e marmellate.
Per mantenerne la qualità, conservate le arance in casa in posti freschi e asciutti (10-12 gradi) fino ad un paio di settimane, purché non siano ammassate le une sulle altre.
Infine, ricordate che per legge, sull’etichetta delle arance deve essere evidente il nome del prodotto, l’origine, la zona di produzione, la categoria, la varietà ed il prezzo.
L’arancia dolce è l’agrume più coltivato nel mondo.
Questo frutto appartiene alla famiglia delle Rutaceae.
Ha una forma sferica od ovale e la scorza, di colore acceso fra il giallo ed il rosso, presenta una leggera ruvidezza.
All’interno la polpa è divisa in spicchi (logge) ricche di succo di colore giallo, arancione o rosso, con l’eventuale presenza di semi.
La scorza esterna è ricca di olii essenziali.
Le varietà sono due: la dolce e la amara, quest’ultima denominata anche “forte”.
L’arancia dolce si suddivide in due gruppi a base del colore:
pigmentate o sanguigne (Moro, sanguinello, sanguigno e tarocco),
bionde (Navelina, navel, valencia, ovale).
L’arancio, come molti altri agrumi, predilige climi temperati e caldi e teme temperature al di sotto dei 3 gradi.
Il vento forte e continuo rappresenta una minaccia per la pianta perché ne provoca il disseccamento delle foglie e dei germogli più giovani, oltre che la lacerazione dei rami più piccoli.
Resiste molto bene alla siccità ma richiede irrigazioni abbondanti per la massima produzione.
La pianta, che può raggiungere anche i 12 metri di altezza, ha foglie lucide verdi scure, carnose e allungate.
I fiori, detti “zagare”, sono candidi, profumati e a 5 petali.
Possono essere singoli o riuniti in gruppi fino a sei per infiorescenza.
La pianta fiorisce in primavera ma i frutti arrivano a maturazione nel successivo autunno fino a maggio-giugno, per le varietà più tardive.
In alcuni casi si può, quindi, assistere alla contemporanea presenza di frutti e di fiori della nuova fioritura.
I frutti dell’arancio dolce vanno lasciati sulla pianta fino al grado di maturazione desiderato.
Una singola pianta può produrre circa 500 frutti.
Nelle zone tropicali i frutti verdi assumono la colorazione con l’aiuto di etilene, un gas-ormone che ne favorisce la maturazione.
In ragione delle temperature richiesta dalla pianta per crescere bene, l’arancia si produce prevalentemente in Sicilia, Calabria, Campania.
Nel resto del mondo, i principali paesi produttori sono Brasile, California, Cina, Messico, India, Egitto e Spagna.
In funzione del ciclo produttivo della pianta, il consumo ideale dell’arancia va da novembre a maggio.
L’arancia dolce è un frutto ipocalorico, contiene circa l’87% di acqua, pochi grassi e proteine.
Scarsa di zuccheri, è ricca di minerali come calcio, fosforo, potassio, ferro, selenio e molte vitamine: la A, la B1, la B2 e la famosa vitamina C, che contribuisce al potenziamento delle difese immunitarie dell’organismo contro i virus ed i batteri od agenti chimici, nonché all’assorbimento intestinale del ferro.
Il consumo quotidiano di arance, sotto forma di frutto intero o di succo, rappresenta un modo semplice ed efficace per aggiungere una difesa naturale alla nostra salute.
Il binomio tra vitamina C e bioflavonoidi, tipico dell’arancia, aiuta nella prevenzione della fragilità capillare e può migliorare il flusso venoso.
I pigmenti naturali presenti all’interno della sua polpa e del suo succo contrastano i radicali liberi.
Il frutto può essere consumato allo stato fresco, a spicchi o in spremuta, ovvero come ingrediente di insalate o guarnizioni.
In cucina costituisce un raffinato costituente di piatti in agro-dolce.
Inoltre, l’arancia è usata per bevande, liquori e frutta candita.
Le essenze trovano largo impiego come aromatizzanti di prodotti alimentari diversi.
I fiori d’arancio, “zagare”, sono, infine utilizzate per creare composizioni floreali per la decorazione delle chiese in occasione di matrimoni e simboleggiano la castità della sposa.
Per maggiori approfondimenti, consulta la tabella di composizione degli alimenti di CREA e LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) per la popolazione italiana – IV Revisione (ex INRAN)
La coltivazione delle arance, nota fin dall’antichità, è originaria della Cina e del Sud est asiatico, da cui giunse in Europa tramite le rotte commerciali che intorno al XV secondo legavano i due continenti.
A far da tramite, in particolare, i marinai portoghesi, motivo per cui le arance venivano, e in alcune zone di Italiana ancora vengono chiamate anche “portogallo”.
Il nome arancia sembra invece derivare dal sanscrito “nagarunga” che significa “frutto amato dagli elefanti”.
Arancia del Gargano IGP
Arancia di Ribera DOP
Arancia rossa di Sicilia IGP