Il riso, che sia lavorato, integrale o parboiled, è un prodotto genuino e delicato.
Va conservato in ambiente fresco, asciutto, areato e ad una temperatura ambientale che non superi i 17°C.
Nel caso dell’astuccio sottovuoto è necessario sempre controllare al tatto che la confezione sia con la giusta compattezza e che non abbia difetti di confezionamento che ne precluderebbero la conservazione.
Il cittadino che acquista il prodotto deve considerare la tipologia (nome, varietà: Carnaroli, Arborio ecc ecc ), e eventuale destinazione d’uso per sapere esattamente quale prodotto scegliere in funzione delle esigenze di consumo.
Arborio, Carnaroli e Vialone nano sono considerate le più pregiate per la preparazione del risotto.
Il risotto è una ricetta tutta italiana per la cui realizzazione le nostre varietà sono assolutamente indispensabili; è un piatto tipico che contraddistingue e veicola il riso italiano nel mondo.
Il termine “parboiled” non è il nome di una varietà ma significa che il riso è stato in precedenza “parzialmente cotto”: il risone viene cioè sottoposto ad un trattamento con acqua e calore, a successiva essiccazione e, infine, passa alla normale lavorazione.
Il prodotto finale ha una tipica colorazione ambrata più o meno intensa.
Alcune varietà per caratteristiche organolettiche si addicono meglio di altre a questo procedimento che porta ad ottenere:
Il riso appartiene alla famiglia delle Graminacee, come il frumento, l’orzo, l’avena, e alla specie Oryza. La sua denominazione botanica è Oryza Sativa.
Le sottospecie di riso più note e più coltivate sono la Japonica e la Indica.
Caratteristica della Japonica è prevalentemente il granello tondeggiante mentre l’Indica presenta un chicco più allungato, talvolta aghiforme. In Italia, le varietà coltivate tradizionalmente appartengono alla sub-specie japonica, e questo avviene da quando nel nostro Paese si affermò la risicoltura. Mentre in Asia si coltivano per lo più varietà di tipo indica.
Per quanto riguarda il ricchissimo e diversificato panorama varietale italiano, nel nostro paese sono coltivate circa 70 diverse varietà.
Le produzioni di qualità sono tutelate dall’Unione Europea con il riconoscimento di due I.G.P.: “Riso Nano Vialone veronese” e “Riso del Delta del Po” e di una D.O.P “Riso di Baraggia biellese e vercellese” per le quali l’Ente Nazionale Risi è designato come autorità pubblica di controllo.
Il riso è una coltura primaverile/estiva e si raccoglie in autunno.
Il riso che conosciamo, seminato in primavera, giunge a maturazione in 140-170 giorni. La semina viene effettuata in Italia tra aprile e maggio e può avvenire su risaia sommersa (direttamente in acqua) o non sommersa (su terreno asciutto). La scelta del giusto momento di trebbiatura ha una certa importanza e le difficoltà sono legate al fatto che la velocità e l’uniformità di maturazione variano secondo numerose componenti, a partire dalle varietà.
In Italia, le operazioni di raccolta del riso hanno luogo, per la maggior parte, nei mesi di settembre-ottobre.
Una volta raccolto, il risone (termine per indicare il riso allo stato grezzo) viene essiccato per portarlo ad un umidità di circa il 13% e poi viene lavorato per arrivare al riso bianco che tutti conosciamo.
Il risone tal quale non può essere consumato, ma deve passare attraverso una serie di percorsi industriali che si indentificano sostanzialmente nella sbramatura (per togliere il tegumento esterno detto lolla) da cui si ottiene il cosi detto riso integrale e dalla sbiancatura da cui otteniamo il prodotto raffinato.
Il tutto poi viene confezionato (in genere sottovuoto) e consegnato per essere venduto al consumatore.
La coltivazione del riso in Italia si sviluppa principalmente in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, seguendo in linea di massima il corso del fiume Po.
Le risaie del Piemonte e Lombardia coprono oltre il 92% del totale della superficie italiana coltivata a riso. L’Italia è il primo paese europeo per superfici coltivate e per produzione a riso (circa il 50% del totale europeo)
Nel continente Asiatico si produce circa il 90% del totale del riso coltivato a livello mondiale.
Fra i Paesi, il maggiore produttore è la Cina, seguita da India e Indonesia che insieme producono circa il 60% del totale mondiale (stimato in oltre 750 milioni di tonnellate.
Il riso lo possiamo acquistare in tutto il periodo dell’anno.
Le proprietà del riso sono note sin dall’antichità, infatti venne utilizzato prima come pianta medicinale e poi successivamente come cibo. Ha un effetto lenitivo e antinfiammatorio, ed è l’ideale per rimettersi in piedi dopo un periodo di stress fisico.
Non contiene alcun allergene e ha un elevata digeribilità dell’amido che lo rendono un alimento ad alto apporto energetico. Consumato integrale apporta un elevato contenuto di fibre, sali minerali e vitamine.
Le persone celiache e i soggetti intolleranti al glutine, grazie al riso, possono assumere tutti i carboidrati necessari, senza alcuna conseguenza o effetto collaterale.
La risicoltura riveste ed ha sempre rivestito grande importanza per il nostro Paese.
Sono passati più di 500 anni da quando si è iniziato a coltivare riso nella pianura padana. Cinquecento anni di un patrimonio storico, culturale, architettonico, che costituisce una realtà sociale e produttiva unica nel panorama agricolo italiano ed europeo.
Le risaie italiane sono quelle più a nord di tutto il mondo ed il ruolo dell’acqua, nei nostri ambienti, svolge una essenziale funzione di volano termico, oltre a quella irrigua.
La presenza di questa coltivazione assicura tra l’altro il mantenimento dell’acqua per un lungo periodo dell’anno e in una stagione, quella estiva, nella quale essa tende a ridursi in natura, costituendo il naturale rifugio per molte specie avicole destinate, diversamente, a migrare in altri ambienti.
La risaia è, quindi, un importante ecosistema artificiale. La sua grande varietà e ricchezza di forme viventi contribuisce alla salvaguardia della biodiversità.
DECRETO 26 luglio 2017 “Indicazione dell’origine in etichetta del riso”
Il riso, che sia lavorato, integrale o parboiled, è un prodotto genuino e delicato.
Va conservato in ambiente fresco, asciutto, areato e ad una temperatura ambientale che non superi i 17°C.
Nel caso dell’astuccio sottovuoto è necessario sempre controllare al tatto che la confezione sia con la giusta compattezza e che non abbia difetti di confezionamento che ne precluderebbero la conservazione.
Il cittadino che acquista il prodotto deve considerare la tipologia (nome, varietà: Carnaroli, Arborio ecc ecc ), e eventuale destinazione d’uso per sapere esattamente quale prodotto scegliere in funzione delle esigenze di consumo.
Arborio, Carnaroli e Vialone nano sono considerate le più pregiate per la preparazione del risotto.
Il risotto è una ricetta tutta italiana per la cui realizzazione le nostre varietà sono assolutamente indispensabili; è un piatto tipico che contraddistingue e veicola il riso italiano nel mondo.
Il termine “parboiled” non è il nome di una varietà ma significa che il riso è stato in precedenza “parzialmente cotto”: il risone viene cioè sottoposto ad un trattamento con acqua e calore, a successiva essiccazione e, infine, passa alla normale lavorazione.
Il prodotto finale ha una tipica colorazione ambrata più o meno intensa.
Alcune varietà per caratteristiche organolettiche si addicono meglio di altre a questo procedimento che porta ad ottenere:
Il riso appartiene alla famiglia delle Graminacee, come il frumento, l’orzo, l’avena, e alla specie Oryza. La sua denominazione botanica è Oryza Sativa.
Le sottospecie di riso più note e più coltivate sono la Japonica e la Indica.
Caratteristica della Japonica è prevalentemente il granello tondeggiante mentre l’Indica presenta un chicco più allungato, talvolta aghiforme. In Italia, le varietà coltivate tradizionalmente appartengono alla sub-specie japonica, e questo avviene da quando nel nostro Paese si affermò la risicoltura. Mentre in Asia si coltivano per lo più varietà di tipo indica.
Per quanto riguarda il ricchissimo e diversificato panorama varietale italiano, nel nostro paese sono coltivate circa 70 diverse varietà.
Le produzioni di qualità sono tutelate dall’Unione Europea con il riconoscimento di due I.G.P.: “Riso Nano Vialone veronese” e “Riso del Delta del Po” e di una D.O.P “Riso di Baraggia biellese e vercellese” per le quali l’Ente Nazionale Risi è designato come autorità pubblica di controllo.
Il riso è una coltura primaverile/estiva e si raccoglie in autunno.
Il riso che conosciamo, seminato in primavera, giunge a maturazione in 140-170 giorni. La semina viene effettuata in Italia tra aprile e maggio e può avvenire su risaia sommersa (direttamente in acqua) o non sommersa (su terreno asciutto). La scelta del giusto momento di trebbiatura ha una certa importanza e le difficoltà sono legate al fatto che la velocità e l’uniformità di maturazione variano secondo numerose componenti, a partire dalle varietà.
In Italia, le operazioni di raccolta del riso hanno luogo, per la maggior parte, nei mesi di settembre-ottobre.
Una volta raccolto, il risone (termine per indicare il riso allo stato grezzo) viene essiccato per portarlo ad un umidità di circa il 13% e poi viene lavorato per arrivare al riso bianco che tutti conosciamo.
Il risone tal quale non può essere consumato, ma deve passare attraverso una serie di percorsi industriali che si indentificano sostanzialmente nella sbramatura (per togliere il tegumento esterno detto lolla) da cui si ottiene il cosi detto riso integrale e dalla sbiancatura da cui otteniamo il prodotto raffinato.
Il tutto poi viene confezionato (in genere sottovuoto) e consegnato per essere venduto al consumatore.
La coltivazione del riso in Italia si sviluppa principalmente in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, seguendo in linea di massima il corso del fiume Po.
Le risaie del Piemonte e Lombardia coprono oltre il 92% del totale della superficie italiana coltivata a riso. L’Italia è il primo paese europeo per superfici coltivate e per produzione a riso (circa il 50% del totale europeo)
Nel continente Asiatico si produce circa il 90% del totale del riso coltivato a livello mondiale.
Fra i Paesi, il maggiore produttore è la Cina, seguita da India e Indonesia che insieme producono circa il 60% del totale mondiale (stimato in oltre 750 milioni di tonnellate.
Il riso lo possiamo acquistare in tutto il periodo dell’anno.
Le proprietà del riso sono note sin dall’antichità, infatti venne utilizzato prima come pianta medicinale e poi successivamente come cibo. Ha un effetto lenitivo e antinfiammatorio, ed è l’ideale per rimettersi in piedi dopo un periodo di stress fisico.
Non contiene alcun allergene e ha un elevata digeribilità dell’amido che lo rendono un alimento ad alto apporto energetico. Consumato integrale apporta un elevato contenuto di fibre, sali minerali e vitamine.
Le persone celiache e i soggetti intolleranti al glutine, grazie al riso, possono assumere tutti i carboidrati necessari, senza alcuna conseguenza o effetto collaterale.
La risicoltura riveste ed ha sempre rivestito grande importanza per il nostro Paese.
Sono passati più di 500 anni da quando si è iniziato a coltivare riso nella pianura padana. Cinquecento anni di un patrimonio storico, culturale, architettonico, che costituisce una realtà sociale e produttiva unica nel panorama agricolo italiano ed europeo.
Le risaie italiane sono quelle più a nord di tutto il mondo ed il ruolo dell’acqua, nei nostri ambienti, svolge una essenziale funzione di volano termico, oltre a quella irrigua.
La presenza di questa coltivazione assicura tra l’altro il mantenimento dell’acqua per un lungo periodo dell’anno e in una stagione, quella estiva, nella quale essa tende a ridursi in natura, costituendo il naturale rifugio per molte specie avicole destinate, diversamente, a migrare in altri ambienti.
La risaia è, quindi, un importante ecosistema artificiale. La sua grande varietà e ricchezza di forme viventi contribuisce alla salvaguardia della biodiversità.
DECRETO 26 luglio 2017 “Indicazione dell’origine in etichetta del riso”