PERNIGOTTI, IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ITALIAN SOUNDING

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08 Nov 2018

PERNIGOTTI, IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ITALIAN SOUNDING

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07.11.2018 – La storia recente della fabbrica dolciaria Pernigotti di Novi Ligure, celebre marchio Made in Italy, ci racconta di un circolo vizioso che sta colpendo diversi settori economici, in particolare quello dell’agroalimentare italiano che è strettamente legato alle tradizioni gastronomiche del territorio.

Il fenomeno inizia con l’acquisizione di marchi storici, prosegue con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e si conclude con la definitiva chiusura degli stabilimenti produttivi, con effetti sia sull’economia nazionale sia sulla qualità del cibo che dal campo arriva sulle tavole dei consumatori.

Una tendenza che negli ultimi tempi ha visto purtroppo passare in mani straniere ben 3 marchi storici del Made in Italy alimentare su 4.

Ma oltre al danno occupazionale derivante dalla possibile chiusura degli stabilimenti della Pernigotti in Piemonte questo meccanismo nasconde anche casi più o meno evidenti di Italian Sounding.

Dall’olio allo zucchero, fino al formaggio, è molto lunga la lista delle etichette storiche italiane svendute all’estero ed utilizzate per veicolare sotto la bandiera tricolore non soltanto produzioni agroalimentari con materie prime straniere spacciate per italiane, ma in molti casi prodotte e confezionate addirittura all’estero.

È questa la triste verità che emerge in conseguenza all’annuncio di ieri dei sindacati dopo l’incontro con i rappresentanti del gruppo turco Toksoz, il maggior produttore mondiale di nocciole, che aveva acquisito nel 2013 il marchio Pernigotti.

L’Italia, sottolinea la Coldiretti, ha il dovere di “difendere il proprio patrimonio agroalimentare” al fine di garantire non solo la corretta informazione del consumatore, ma soprattutto la sicurezza alimentare dei propri cittadini. Ad esempio, nei primi sette mesi del 2018 l’importazione di nocciole dalla Turchia in Italia è aumentata del 23%, nonostante i numerosi allarmi scattati per gli elevati livelli di aflatossine cancerogene.

E questo è ancor più grave soprattutto perché ad esempio la corilicoltura conta numeri importanti proprio in Piemonte, grazie anche alla celebre la nocciola IGP nella varietà tonda gentile: in particolare solo nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo la superficie complessiva coltivata è di circa 21 mila ettari, con una produzione totale di oltre 200 mila quintali.


CURIOSITÀ: Pernigotti, La storia di un successo italiano nel mondo

La lunga tradizione Pernigotti inizia nel 1860 con l’apertura a Novi Ligure di quella che diventerà una delle realtà produttive italiane più rinomate in campo dolciario: in soli otto anni il suo fondatore, Stefano Pernigotti, porterà la propria fabbrica ad essere un punto di riferimento tanto che nel 1882 la società verrà insignita con l’onorificenza dello Stemma Reale che la accredita come fornitore ufficiale dei Savoia.

Nel 1914, l’inizio della Prima guerra mondiale segnò anche il divieto dell’uso dello zucchero nella preparazione dei prodotti dolciari perché utilizzato per la produzione bellica: con intuizione, Paolo Pernigotti modifica allora la ricetta del Torrone, sostituendo lo zucchero con il miele, ottenendo così un prodotto dal gusto e dalla consistenza unici.
Con il passare degli anni l’azienda continua a crescere fino ad entrare nella storia e nelle case di tutti gli italiani specialmente con i prodotti legati alla tradizione gastronomica delle festività natalizie e pasquali, che oggi sono conosciuti e vengono venduti in tutto il mondo.

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